Mostra di pittura personale di Mario Bragato

Hotel Londra Palace, Venezia

"Mario Bragato lavora alla Fenice, nel laboratorio di scenografia del nostro prestigioso teatro d'opera; un vasto spazio ligneo che si apre al di sopra del delicato soffitto del Selva, poco distante dal più antico argano settecentesco che un tempo era capace di far scendere giù in platea l'enorme lampadario. Là, sotto un'ampia volta che richiama le fughe prospettiche di una cattedrale gotica, i colori si dilatano e si coagulano sugli ampi teleri delle scenografie, in quella funzione illusionistica che sarà esaltata poi dalla musica e dal canto.
Una magia che si ripete per vie naturali lungo il percorso che si riaccumuna saltuariamente, nel raggiungere entrambi l'Isola di Sant'Erasmo: incanto silenzioso che si estende tra il pittoresco impertinente di Burano e la marmorea severità di Sant'Andrea.
Qui, tra le bellezze e le caratteristiche della "campagna" nel richiamo di passeggiate silenziose e ombrate, tra le primizie dei campi, dei fiori, dei frutteti ed il volo improvviso delle "garzette" i piccoli aironi bianchi che stanziano sempre più numerosi nella quiete delle barene, Mario Bragato raccoglie sulle sue tele le "illusioni" pittoriche della laguna. Un "effimero" di colori diverso e disuguale, non solo nel mutare delle stagioni, ma nel rapido susseguirsi delle ore del giorno che scandiscono ritmi arcaici, interrotti qua e là dai segni della civiltà motorizzata, dal vociare improvviso dei pendolari sbarcati dal vaporetto, dal tramestio della dinastia Vignotto, indomiti regatanti, che si apprestano ad infrangere, con le loro barche, le ombre violacee dell'imbrunire.
Tutto intorno una linea sottile che indica a malapena il limite indefinito tra l'acqua e il cielo.
Riconosco senza fatica gli elementi consueti dell'arredo lagunare: le cavane, le barche rovesciate sulla secca, le bricole, le barene che si colorano all'inizio dell'estate. Alcuni colpi di colore mi ricordano l'inverno trascorso e la delicata fragranza della primavera. Ma sopraggiungono a sorprendermi prepotentemente le luminosità di alcuni cieli che si affollano, si alzano e si coagulano sulla tela sopra l'idea di un paesaggio estremamente rarefatto.
Nuovi emozionanti e sconosciuti stupori che auguro quali indimenticabili compagni a chi vorrà abbandonarsi agli affascinanti richiami della Laguna Nord."

- Enrico Ricciardi -

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