Mostra di pittura Centro Culturale Renato Nardi

Isola della Giudecca n. 432, Venezia
Venezia 17 aprile - 2 maggio 2004

"Mario Bragato ha generosamente aperto al Lato Azzurro di Sant'Erasmo una grande finestra verso la laguna nord, su San Francesco e Burano, là dove le finestre della casa non arrivano ad affacciarsi, uno spazio d'aria e acqua in movimento, un'onda di nuvole inquiete e dolci al tempo stesso.
Mario ha esposto già per molti mesi le sue opere lagunari e isolane nel Centro Culturale di Vacanza di Sant'Erasmo, e lo farà di nuovo ben presto.
Ora è qui alla Giudecca, dove è nato. Un ritorno all'isola dall'isola.
Nascere in isola ed aspirare ad altre isole: una metafora dell'esistenza! Creare ponti, desiderio di comunicazione, Mario trova fin da piccolo il modo di sviluppare la sua dote e indirizza i suoi ponti verso gli altri con la sua arte multiforme.
La Giudecca e più ancora Sant'Erasmo aspirerebbero ad avere i loro ponti di 'Calatrava', ma più valgono i ponti culturali, di dialogo, di ricerca della comunicazione con l'esterno. Ed è qui che Mario si fa persino 'politico', perché l'arte esprime e rappresenta, porta buone notizie e inquietudini, trasporta messaggi al di là di quanto l'artista immagina...
Il pennello agisce sull'isola, la scopre, la rivela, porta alla luce la laguna, gli ambienti naturali intatti e le loro trasformazioni, ne svela il mistero e lo pone agli altri, se ne fa personalissimo messaggero: una natura emotiva, vissuta intensamente, da dentro.
Di isola in isola, il dialogo è il ponte, l'arte costruisce ponti meravigliosi, efficaci mezzi della comunicazione necessaria...
È ben vero che per allenarsi alla comunicazione e per formarsi c'è bisogno anche della partenza: così Mario è partito giovanissimo per un'altra e più grande isola, ancor più bella e complessa, se possibile, dei nostri piccoli gioielli lagunari.
In Sicilia è cresciuto e dalla Sicilia ha portato altri colori, altra cultura ed esperienze.
Perché l'isola può chiudere, limitare terribilmente, può esprimere disagio profondo che molti vestono naturalmente chiudendosi a loro volta, portandone nei volti corrucciati, nella timidezza dell'espressione, nella ritrosia e persino ostilità all'altro, il segno di quello strano tipo di rancore che solo l'autodisciplina del limite può creare...
Ed è compito del comunicatore, dell'artista in questo caso, 'politico involontario', di riaprire il dialogo, allargando l'orizzonte dell'isola: che è per sua natura ampio, quasi illimitato, se lo si vuole guardare davvero. Non c'è muro di nebbia o paura che lo sappia fermare; l'orizzonte è aperto. L'artista dialoga attraverso l'orizzonte, anche quando se ne deve appropriare e costringerlo in una tela. Se questa, come la cornice, serve a qualcosa, è certamente per rendere leggibile quest' orizzonte insopportabile ai più... Non ci sarebbe cornice adatta, perché la tela s'allarga e si dilata magicamente in un dialogo libero col mondo, ne diventa parte integrante. La tela è cielo, è acqua, è la nostra casa, il nostro ambiente amato, piace a chi lo abita e assomiglia all'altro, lo ricerca, gli va incontro per condurlo per mano e accompagnarlo nell'isola che non è più sola.
Mario è un ricercatore instancabile, comunicatore sincero, aperto, a volte apparentemente ingenuo perché si presenta senza mediazione e pregiudizio, apre le braccia all'altro coi colori dei suoi quadri intensi, il pennello è la sua lingua ospitale, ed è poliglotta! Trasmette l'emozione di vivere, abitare, comprendere ed essere compreso nell'isola e in laguna. Vi ha messo le radici, nelle terre basse e leggere dell'isola, come in quelle acquitrinose della laguna: i disegni, i tratti a volte tormentati, i colori che da pastello allegro e giocoso si fanno cupi, persino violenti, esprimono bene anche le difficoltà del vivere in un ambiente totalizzante e del tentativo di radicarvisi... E così la vita diventa una metafora della laguna, e viceversa. Mario trova modo di abitare la sua laguna e la rappresenta, ci conduce ad amarla ancora e di più, a capirla una volta di più, ad entrarvi e restarci, se possibile, con un progetto amorevole, condividendo le sue asperità così come le sue amenità. Graziella lo accompagna discreta in questo cammino: insieme ci invitano a partecipare di questo sentimento diffuso."

- Emanuele Maspoli - (Centro Culturale di Vacanza "il Lato Azzurro")

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